“Muros que unen”, laboratorio di intercultura
Tutti i sabato dal 4 maggio 2019 al 22 giugno i partecipanti mescoleranno le loro diverse creatività immaginando insieme un murales a Casa san Francesco, la residenza dei padri cappuccini.
Il Centro Astalli Trento ha una proposta per tutti coloro che abbiano voglia di mettersi in gioco con ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo: Muros que unen è un progetto, che offre uno spazio in cui riscoprire l’arte come linguaggio universale, portavoce di un sapere costruito collettivamente. Questo laboratorio di intercultura, immaginato con Contra la pared, Alchemica e APS Carpe Diem e forte del sostegno finanziario di Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale Ufficio Svolta – Sviluppo Volontariato Trentino Attivo, mostra come sia possibile stare con i rifugiati anche esplorando insieme le diverse espressività artistiche.
L’anno scorso si sono abbellite le pareti esterne di Casetta Bianca, sede del Centro Astalli Trento in via delle Laste 22 all’interno del complesso di Villa Sant’Ignazio, e di Casa del Sacro Cuore a Villazzano, dove i padri dehoniani convivono da ottobre 2016 con alcuni richiedenti asilo e rifugiati. Ora sono aperte le iscrizioni per la seconda edizione: tutti i sabato dal 4 maggio 2019 al 22 giugno 2019 dalle 9 alle 13 per un totale di otto incontri, i partecipanti mescoleranno le loro diverse creatività immaginando insieme un murales a Casa san Francesco, la residenza dei padri cappuccini in via dell’Ora del Garda, 45 a Spini di Gardolo, dove da gennaio 2018 convivono studenti stranieri e rifugiati. Un altro muro si trasformerà così da un oggetto che divide ad un mezzo di comunicazione e scambio, capace di veicolare un messaggio di accoglienza ed inclusione attraverso le forme e i colori.
La partecipazione è gratuita previa iscrizione
+393409279617
+393404213571
lab.muros@centroastallitrento.it
16 Aprile 2019